HPV [Papilloma Virus] | Auxologico

Quello al collo dell’utero è il primo importante tumore solido di cui sia stata identificata una causa virale: la ricerca ha dimostrato che l’agente infettivo è l’HPV, il papillomavirus umano.

Cosa bisogna sapere sull’HPV

Esistono più di 200 diversi tipi di HPV, ma solo 13 sono responsabili del tumore al collo dell’utero.

  • L’HPV è un virus assai comune e la sua presenza, nell’apparato genitale di una donna, non comporta malattie; è solo eccezionalmente che si possono sviluppare anomalie cellulari o un tumore alla cervice uterina.
  • Chi non presenta tracce dell’agente virale non può sviluppare un tumore. Per questo la negatività ai test virali, spontanea oppure con la vaccinazione, pone la donna al riparo dal tumore.
  • Chi ha un’infezione persistente potrebbe nel corso di molti anni sviluppare un’alterazione del collo dell’utero che, a sua volta, nel corso di altri anni potrebbe evolvere in un tumore: ecco perché, in questo caso, i controlli dovranno essere più assidui di quelli consigliati alla donna in cui il virus è assente.

Il vaccino contro gli HPV come arma di prevenzione primaria

La prima importante arma di difesa dalle malattie è un’attenta prevenzione, primaria e secondaria.

La prevenzione primaria è rappresentata dalla vaccinazione, oltre che da comportamenti e stili di vita corretti:

  • l’uso del preservativo, per ricordarlo, anche se non protegge completamente dal papillomavirus umano;
  • il fumo, come per altri tumori, è fattore di rischio che può favorire la cancerogenesi (tra l’altro non fumare dipende solo da noi).

I vaccini sono completamente sintetici, non contengono il materiale genetico (DNA) del virus, ma frazioni proteiche di parete virale, che unite a molecole immunogeniche (che stimolano il sistema immunitario), provocano la risposta anticorpale senza una reale infezione.

I vaccini sviluppati contro gli HPV prevengono l’infezione dei virus:
A) Vaccino bivalente (CERVARIX): HPV 16 e HPV 18. Si somministra alle femmine dai 9 anni
B) Vaccino quadrivalente (GARDASIL): HPV 16, 18, 6 e 11. Si somministra alle femmine e ai maschi dai 9 anni

C) Vaccino nonavalente. Rispetto ai vaccini precedenti, attivi contro al massimo quattro ceppi virali, questo nuovo vaccino anti-HPV è in grado di prevenire i tumori causati da nove tipi di questo insidioso virus (Human Papilloma Virus), poichè si raggiunge una copertura vaccinale per il tumore della cervice raggiunge fino al 90%, rispetto al 70% di quello precedente. E’ quindi più efficace contro il tumore al collo dell’utero (la forma tumorale per cui il vaccino è nato e si è diffuso nel mondo) ed estende inoltre la protezione ad altre forme di cancro HPV- correlate, come il cancro dell’ano, della vulva e della vagina, per i quali non esiste altro strumento né di prevenzione né di diagnosi precoce.

Bio Clinic è sempre stato un promotore delle campagne di prevenzione hpv.

Vaccinarsi contro gli HPV, anche se si è venuti a contatto con il virus, è utile perché l’infezione naturale non lascia una immunità duratura. L’HPV può ripresentarsi sia per un nuovo contatto sia per una riattivazione delle copie virali rimaste inattive a livello locale. La vaccinazione procurerà un’immunità specifica: in caso di un successivo contatto con gli HPV contro i quali il vaccino è protettivo, l’organismo sarà in grado, di eliminare il virus e le complicanze della sua persistenza. 

La vaccinazione di entrambi i sessi aiuterà a ridurre la circolazione dei virus.
La vaccinazione di pazienti già trattati per patologia HPV correlata riduce significativamente  il rischio di recidiva della malattia.

Il vaccino contro il papillomavirus è l’arma più efficace per prevenire il tumore del collo dell’utero ma non copre tutti i tipi virali oncogeni: lo screening è quindi necessario anche per le donne vaccinate.

Pap Test e HPV Test per lo screening cervicale

La prevenzione secondaria (screening) è rappresentata da:

  • Pap-test: l’esame che individua le lesioni precancerose che possono trasformarsi nel tempo in tumore.
  • Test per l’HPV individua invece le donne che sono a rischio di sviluppare queste precancerosi e quindi indica chi deve fare il Pap-test.

Le donne contemporaneamente “negative” al test HPV e al Pap-test mostrano un rischio bassissimo o nullo di sviluppare il tumore al collo dell’utero (legato solo alla possibilità di una nuova infezione) e possono pertanto allungare gli intervalli tra uno screening e l’altro, con una sicurezza maggiore di quella fornita dal solo Pap-test. Le donne “positive” al test per l’HPV debbono ravvicinare gli appuntamenti tanto per questo esame quanto per il Pap-test.

Tutte le bambine e le giovani donne tra i 9 ed i 26 anni di età possono vaccinarsi per due tra i più importanti HPV oncogeni, evitando così in partenza il 70% dei tumori del collo dell’utero. 

Il principale fattore di rischio per il tumore del collo dell’utero oggi è non prevenirlo: abbiamo a disposizione vaccino, HPV test e Pap-test: usiamoli!

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